La Battaglia di Sant’Osvaldo

 

Nei primi giorni dell’aprile 1916 nei dintorni dell’antico eremo di sant’Osvaldo avvenne una delle battaglie più sanguinose della Grande Guerra in Valsugana. L’azione venne decisa dagli italiani per conquistare l’avamposto austriaco del colle di Sant’Osvaldo e del soprastante spigolo di Frattasecca, posizione dominante un’ampia zona della Bassa Valsugana, dal quale si sarebbe potuto in seguito attaccare facilmente anche la linea del fronte. Ma pure gli austriaci erano consapevoli dell’importanza di Sant’Osvaldo che era stato per questo adeguatamente difeso con trincee, reticolati ed efficienti collegamenti alle retrovie.

L’offesa principale fu affidata ad una compagnia di volontari condotta dal capitano Basseggio, supportata ai fianchi da altri plotoni di rinforzo. Già il 5 aprile l’ardito capitano tentò avventatamente la presa di Sant’Osvaldo, risoltasi però in un inutile massacro di uomini. Il giorno dopo ritentò l’attacco che invece gli andò meglio. I rinforzi però vennero fermati dalle artiglierie nemiche proprio durante la fase culminante della battaglia, quando Basseggio raggiunse l’obiettivo espugnando numerose trincee. Si consumò quindi una battaglia corpo a corpo tra i soldati rimasti, che caddero uno dopo l’altro fino all’inevitabile ritirata italiana. Rimasero sul campo inutilmente centinaia di morti, di entrambe le parti.

Sono ancora ben visibili i segni delle trincee, alcune molto vicine alla chiesetta, e del cosiddetto trincerone del Voto che seguiva il margine superiore del Pra di Voto, riempito a sua volta di numerosi reticolati.